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venerdì 25 gennaio 2013

                                     Bruno Stefanon
Preside della facoltà di Medicina veterinaria dell’università di Udine. 

Nutraceutici e alimenti funzionali: false attese o realtà ?
I nutraceutici sono dei composti presenti in natura che svolgono un’azione fisiologica e influenzano importanti attività dell’organismo, quali la risposta immunitaria, i processi infiammatori, la rigenerazione cellulare, il controllo dei radicali liberi e delle reazioni allergiche. Alcune sostanze naturalmente presente nei cibi diventano nutraceutiche quando sono assunte in quantità superiori a quelle che normalmente possono essere ingerite con l’alimento e tali da permetterne l’assorbimento e di esplicare la loro azione.

Ad esempio, i polifenoli dell’uva hanno un’azione antiossidante e contrastano i radicali liberi , ma per ottenere un effetto positivo è necessario assumere una quantità di vino o di uva di gran lunga superiore a quella che può essere ingerita, con evidenti “effetti collaterali”. Un altro esempio è quello della corteccia del salice, ricca in acido salicilico e che ha dato origine all’aspirina. In questo caso, il composto attivo è contenuto in una matrice non normalmente utilizzata per scopi alimentari e pertanto deve essere estratto mediante opportuni processi. Per questo motivo, i nutraceutici sono molto spesso prodotti da aziende specializzate che estraggono e concentrano i composti attivi contenuti negli alimenti, in modo da assicurarne un’assunzione adeguata senza dovere ingerire quantità elevate di cibi.
Il termine “nutraceutico” deriva dalla contrazione di “nutrizione” e “farmaceutica”, per indicare, appunto, un alimento-farmaco o un alimento funzionale, che diventa tale grazie alle proprietà curative di particolari composti che agiscono come i principi attivi dei farmaci. I vantaggi dei nutraceutici rispetto ai farmaci tradizionali consistono nell’elevata tollerabilità e, in pratica, quando assunti nelle modalità corrette, nell’assenza di tossicità e di effetti collaterali. Queste caratteristiche ne permettono un utilizzo per lunghi periodi anche in soggetti che possono presentare malattie complesse e compromissioni epatiche e renali. Inoltre, i nutraceutici sono molto indicati per la prevenzione di alcune malattie degenerative, quali le artrosi e le turbe dell’invecchiamento.
Appare evidente, quindi, che per rendere funzionale un mangime non basta dichiarare la presenza di un nutraceutico o di un alimento che lo contiene, ma è necessario assicurare che la quantità dei principi attivi nella razione giornaliera sia tale da garantire un’assunzione di principi attivi sufficiente per ottenere la risposta attesa.
Nel mercato dei nutraceutici sono disponibili prodotti con qualità e prezzi molto diversi, in funzione dell’origine, dei controlli di sicurezza, del titolo di principi attivi e del grado di tracciabilità. Molti nutraceutici derivano da Paesi extraeuropei ed emergenti ed è pertanto molto importante conoscere la loro origine e avere delle certificazioni per assicurarsi dell’assenza di contaminanti, quali micotossine, metalli pesanti, microrganismi, solventi e altre sostanze organiche tossiche per l’organismo.
Considerata la natura di queste sostanze, va da se che l’efficacia dei nutraceutici deve essere verificata mediante studi e ricerche scientifiche. Nel cane e nel gatto, tuttavia, i dati scientifici disponibili per i nutraceutici sono molto scarsi e spesso sono considerati validi i risultati che sono stati riportati per l’uomo e per gli animali da laboratorio, senza considerare le differenze anatomiche e fisiologiche che esistono fra le specie animali. Ad esempio, l’estratto di cacao, molto ben tollerato nell’uomo, potrebbe essere tossico per il cane e per il gatto, a causa della presenza nell’alimento della metilxantina, una sostanza che viene metabolizzata molto lentamente in queste specie animali. Anche gli estratti di aglio e cipolla sarebbero poco tollerati nel cane e nel gatto, in quanto potrebbero irritare le mucose gastro-intestinali e causare vomito e diarrea.
Molte aziende di alimenti per animali da compagnia oggi affermano di produrre mangimi “cruelty free”, intendendo con questo che non sono stati testati su animali. Una prima osservazione è che non esiste ancora una regolamentazione europea o nazionale per la definizione e certificazione di “cruelty free”;spesso le aziende supportano questa affermazione aggiungendo che i loro alimenti sono stati valutati su cani di proprietà, o di “amici” e di allevatori. Tuttavia, non vengono riportati il protocollo e le metodologie utilizzati per i test e se i risultati che sono stati ottenuti sono stati accettati dalla comunità scientifica. In ogni caso, queste valutazioni corrispondono a delle prove, ma non è dato sapere se siano stati rispettati i vincoli legislativi sulla sperimentazione animale e se siano state assicurate le condizioni di sicurezza e di benessere animale.
Per un mangime senza nutraceutici, possiamo anche accettare che la conoscenza delle materie prime e dei fabbisogni nutritivi degli animali siano più che sufficienti per definirlo GRAS, ovvero “generalmente considerato come sicuro” (Generally Regarded As Safe ). Nel caso dei nutraceutici, vista la pochissima letteratura scientifica, è invece indispensabile procedere con degli studi appropriati prima di aggiungerli nei mangimi o negli integratori in quanto, proprio per la loro funzione di regolazione della risposta fisiologica, queste sostanze vanno somministrate nelle dosi definite solo quando sono necessarie e comunque non sono consigliate per un uso continuativo. La glucosamina, il condrotin solfato, il metilsulfonilmetano (MSM), la Perna canaliculus, l’estratto di te, di aloe o di uva, per citare alcuni fra i molti nutraceutici aggiunti ai mangimi, non sono appropriati per tutti i cani e per tutti i giorni, ma solo in momenti definiti della vita. D’altra parte, basti pensare che anche noi ricorriamo ai prodotti di erboristeria o ad integrazioni con nutraceutici solo in specifiche situazioni, quali stati di affaticamento, periodi di convalescenza, condizioni di immunosopressione o di affaticamento epatico. A volte viene proprio da sorridere leggendo che la somministrazione, ad esempio, di un prodotto integrato con Valeriana ha un’azione rilassante nel cane o nel gatto, sapendo che non esistono dati scientifici sufficienti per supportare questa affermazione.
Il ruolo della ricerca scientifica è quindi importante, non solo per accertare la bioattività dei nutraceutici ma anche per valutare le dosi e assicurare l’assenza di tossicità e di effetti collaterali nel cane e nel gatto. Solo in questo modo potremo alimentare in modo naturale gli animali da compagnia aggiungendo i nutraceutici quando servono, sicuri della loro efficacia e dell’assenza di problemi collaterali. Ricordiamo infine, che quanto si legge in internet, inclusi i pareri autoreferenziali di esperti, non è necessariamente corrispondente alla realtà e che è quindi necessario accertare l’attendibilità del sito e verificare quanto riportato con un esperto qualificato.
I nutraceutici e gli alimenti funzionali sono quindi prodotti molto utili ed importanti per la prevenzione e la cura delle malattie degli animali da compagnia, ma non perdonano la superficialità con la quale spesso sono utilizzati.

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