Bruno Stefanon
Preside della facoltà di Medicina veterinaria dell’università di Udine.
Preside della facoltà di Medicina veterinaria dell’università di Udine.
Nutraceutici e
alimenti funzionali: false attese o realtà ?
I nutraceutici sono dei
composti presenti in natura che svolgono un’azione fisiologica e
influenzano importanti attività dell’organismo, quali la risposta
immunitaria, i processi infiammatori, la rigenerazione cellulare, il
controllo dei radicali liberi e delle reazioni allergiche. Alcune
sostanze naturalmente presente nei cibi diventano nutraceutiche
quando sono assunte in quantità superiori a quelle che normalmente
possono essere ingerite con l’alimento e tali da permetterne
l’assorbimento e di esplicare la loro azione.
Ad esempio, i polifenoli dell’uva hanno un’azione antiossidante e contrastano i radicali liberi , ma per ottenere un effetto positivo è necessario assumere una quantità di vino o di uva di gran lunga superiore a quella che può essere ingerita, con evidenti “effetti collaterali”. Un altro esempio è quello della corteccia del salice, ricca in acido salicilico e che ha dato origine all’aspirina. In questo caso, il composto attivo è contenuto in una matrice non normalmente utilizzata per scopi alimentari e pertanto deve essere estratto mediante opportuni processi. Per questo motivo, i nutraceutici sono molto spesso prodotti da aziende specializzate che estraggono e concentrano i composti attivi contenuti negli alimenti, in modo da assicurarne un’assunzione adeguata senza dovere ingerire quantità elevate di cibi.
Il termine “nutraceutico”
deriva dalla contrazione di “nutrizione” e “farmaceutica”,
per indicare, appunto, un alimento-farmaco o un alimento funzionale,
che diventa tale grazie alle proprietà curative di particolari
composti che agiscono come i principi attivi dei farmaci. I vantaggi
dei nutraceutici rispetto ai farmaci tradizionali consistono
nell’elevata tollerabilità e, in pratica, quando assunti nelle
modalità corrette, nell’assenza di tossicità e di effetti
collaterali. Queste caratteristiche ne permettono un utilizzo per
lunghi periodi anche in soggetti che possono presentare malattie
complesse e compromissioni epatiche e renali. Inoltre, i nutraceutici
sono molto indicati per la prevenzione di alcune malattie
degenerative, quali le artrosi e le turbe dell’invecchiamento.
Appare evidente, quindi,
che per rendere funzionale un mangime non basta dichiarare la
presenza di un nutraceutico o di un alimento che lo contiene, ma è
necessario assicurare che la quantità dei principi attivi nella
razione giornaliera sia tale da garantire un’assunzione di principi
attivi sufficiente per ottenere la risposta attesa.
Nel mercato dei
nutraceutici sono disponibili prodotti con qualità e prezzi molto
diversi, in funzione dell’origine, dei controlli di sicurezza, del
titolo di principi attivi e del grado di tracciabilità. Molti
nutraceutici derivano da Paesi extraeuropei ed emergenti ed è
pertanto molto importante conoscere la loro origine e avere delle
certificazioni per assicurarsi dell’assenza di contaminanti, quali
micotossine, metalli pesanti, microrganismi, solventi e altre
sostanze organiche tossiche per l’organismo.
Considerata la natura di
queste sostanze, va da se che l’efficacia dei nutraceutici deve
essere verificata mediante studi e ricerche scientifiche. Nel cane e
nel gatto, tuttavia, i dati scientifici disponibili per i
nutraceutici sono molto scarsi e spesso sono considerati validi i
risultati che sono stati riportati per l’uomo e per gli animali da
laboratorio, senza considerare le differenze anatomiche e
fisiologiche che esistono fra le specie animali. Ad esempio,
l’estratto di cacao, molto ben tollerato nell’uomo, potrebbe
essere tossico per il cane e per il gatto, a causa della presenza
nell’alimento della metilxantina, una sostanza che viene
metabolizzata molto lentamente in queste specie animali. Anche gli
estratti di aglio e cipolla sarebbero poco tollerati nel cane e nel
gatto, in quanto potrebbero irritare le mucose gastro-intestinali e
causare vomito e diarrea.
Molte aziende di alimenti
per animali da compagnia oggi affermano di produrre mangimi “cruelty
free”, intendendo con questo che non sono stati testati su animali.
Una prima osservazione è che non esiste ancora una regolamentazione
europea o nazionale per la definizione e certificazione di “cruelty
free”;spesso le aziende supportano questa affermazione aggiungendo
che i loro alimenti sono stati valutati su cani di proprietà, o di
“amici” e di allevatori. Tuttavia, non vengono riportati il
protocollo e le metodologie utilizzati per i test e se i risultati
che sono stati ottenuti sono stati accettati dalla comunità
scientifica. In ogni caso, queste valutazioni corrispondono a delle
prove, ma non è dato sapere se siano stati rispettati i vincoli
legislativi sulla sperimentazione animale e se siano state assicurate
le condizioni di sicurezza e di benessere animale.
Per un mangime senza
nutraceutici, possiamo anche accettare che la conoscenza delle
materie prime e dei fabbisogni nutritivi degli animali siano più che
sufficienti per definirlo GRAS, ovvero “generalmente considerato
come sicuro” (Generally Regarded As Safe ). Nel caso dei
nutraceutici, vista la pochissima letteratura scientifica, è invece
indispensabile procedere con degli studi appropriati prima di
aggiungerli nei mangimi o negli integratori in quanto, proprio per la
loro funzione di regolazione della risposta fisiologica, queste
sostanze vanno somministrate nelle dosi definite solo quando sono
necessarie e comunque non sono consigliate per un uso continuativo.
La glucosamina, il condrotin solfato, il metilsulfonilmetano (MSM),
la Perna canaliculus, l’estratto di te, di aloe o di uva, per
citare alcuni fra i molti nutraceutici aggiunti ai mangimi, non sono
appropriati per tutti i cani e per tutti i giorni, ma solo in momenti
definiti della vita. D’altra parte, basti pensare che anche noi
ricorriamo ai prodotti di erboristeria o ad integrazioni con
nutraceutici solo in specifiche situazioni, quali stati di
affaticamento, periodi di convalescenza, condizioni di
immunosopressione o di affaticamento epatico. A volte viene proprio
da sorridere leggendo che la somministrazione, ad esempio, di un
prodotto integrato con Valeriana ha un’azione rilassante nel cane o
nel gatto, sapendo che non esistono dati scientifici sufficienti per
supportare questa affermazione.
Il ruolo della ricerca
scientifica è quindi importante, non solo per accertare la
bioattività dei nutraceutici ma anche per valutare le dosi e
assicurare l’assenza di tossicità e di effetti collaterali nel
cane e nel gatto. Solo in questo modo potremo alimentare in modo
naturale gli animali da compagnia aggiungendo i nutraceutici quando
servono, sicuri della loro efficacia e dell’assenza di problemi
collaterali. Ricordiamo infine, che quanto si legge in internet,
inclusi i pareri autoreferenziali di esperti, non è necessariamente
corrispondente alla realtà e che è quindi necessario accertare
l’attendibilità del sito e verificare quanto riportato con un
esperto qualificato.
I nutraceutici e gli
alimenti funzionali sono quindi prodotti molto utili ed importanti
per la prevenzione e la cura delle malattie degli animali da
compagnia, ma non perdonano la superficialità con la quale spesso
sono utilizzati.
Nessun commento:
Posta un commento